Bite dentale: collaborazione tra gnatologo e osteopata

Cos'è il bite dentale?

Il bite dentale è un dispositivo intraorale che ha diverse finalità terapeutiche, utilizzato principalmente per trattare problemi muscolari e articolari della mandibola e per alleviare sintomi come il bruxismo. Esistono vari tipi di bite, ognuno con scopi specifici:

  • Bite neuromuscolare: ideale per il rilassamento muscolare, è indicato per chi soffre di serramento dei denti o bruxismo.
  • Bite di riposizionamento mandibolare: questa tipologia di bite, che richiede una elevata competenza diagnostica, è indicata in tutti quei problemi di origine articolare, agisce riposizionando la mandibola. Un segnale di necessità è il “click” articolare durante l’apertura e chiusura della bocca.
  • Bite di distrazione: usato per alleviare il carico sulle articolazioni temporo-mandibolari (ATM) nelle persone con disfunzioni articolari.

Prima di ricorrere al bite è fondamentale una diagnosi accurata condotta da uno gnatologo, un odontoiatra specializzato in gnatologia e nella gestione dei disturbi oro-cranio-cervico-facciali.

Gnatologia e disturbi cranio-mandibolari

La gnatologia si occupa dei disturbi cranio-mandibolari, che includono problemi alle ATM, ai muscoli e alle strutture correlate. Durante una visita gnatologica, lo specialista raccoglie informazioni, esegue palpazioni e può ricorrere a strumenti come:

  • Risonanza magnetica delle ATM: permette di individuare dettagliatamente la situazione delle strutture anatomiche che le costituiscono
  • Radiografia ortopanoramica: per valutare l’asimmetria dei condili articolari.
  • Analisi elettromiografica: rileva il comportamento muscolare iniziale del paziente, utile per monitorare i progressi.
  • Holter muscolare: valuta l’attività del muscolo massetere nell’arco delle 24 ore per capire l’intensità del serramento o digrignamento ed in quale momento della giornata o della notte si verifica.

Una volta diagnosticato il problema, si procede con un percorso terapeutico personalizzato che può includere trattamenti osteopatici, fisioterapici, e autofisioterapici. Il bite è il complemento terapeutico di tutto questo percorso.

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L’importanza della collaborazione tra gnatologo e osteopata

Nel trattamento dei disordini mandibolari, la collaborazione tra gnatologo e osteopata è essenziale. L’osteopata contribuisce con una valutazione approfondita dell’intero sistema posturale del paziente, integrando la terapia gnatologica con il riequilibrio posturale e viscerale.

La prima visita osteopatica

La prima visita osteopatica si divide in due momenti principali:

  • Raccolta delle informazioni: Questo momento è un’integrazione della visita gnatologica che ha condotto lo specialista ad emettere una diagnosi clinica differenziale tra un disordine cranio mandibolare di origine muscolare o di origine articolare.
  • Valutazione osteopatica e posturale: si analizzano asimmetrie, disfunzioni miofasciali, e si valuta l’influenza del sistema miofasciale e articolare integrando anche il sistema viscerale, neurologico e vascolare. In questa fase si analizza il comportamento del sistema tonico-posturale sia valutando l’efficacia del sistema nervoso centrale che periferico comprendendo inoltre un ulteriore approfondimento valutativo dei recettori quali il sistema visivo, vestibolo-cocleare, stomatognatico, fasciale, viscerale e podalico. 
 

Questa sinergia tra odontoiatra e osteopata assicura un percorso terapeutico completo con trattamenti di terapia manuale locale (sistema stomatognatico) ma anche gnatologici specifici: bite, esercizi fisoterapici, e tanto altro per migliorare la qualità di vita del paziente.

Osteopatia e Odontoiatria: un approccio integrato per la salute

Il corpo come unità è uno dei principi fondamentali dell’osteopatia, motivo per cui viene effettuata una valutazione approfondita dalla testa ai piedi di ciascun paziente. Nel caso specifico della collaborazione con l’odontoiatra, molti studi dimostrano l’efficacia della terapia manuale per disfunzioni stomatognatiche ed extra stomatogntiche riguardanti: articolazione temporo-mandibolare, sistema miofasciale occlusale ma anche apnee respiratorie notturne, bruxismo, stress, cefalee muscolo-tensive, patologie infiammatorie e autoimmuni.

Negli ultimi anni studi scientifici riguardanti sia la terapia manuale che l’odontoiatria hanno dimostrato e supportato il concetto che la bocca ed i denti non possono essere considerati a se stanti, ma facenti parte di un’unica entità, vale a dire che è molto riduttivo curare la bocca senza valutare le strutture e i sistemi correlati: proprio per questo motivo nasce la collaborazione tra osteopata e odontoiatra. 

L’osteopatia per bambini e adolescenti

In pazienti in età evolutiva l’osteopata si dedica alla valutazione e trattamento del sistema osteo-articolare del cranio , del sistema miofasciale e dell’ articolazione temporo-mandibolare del paziente facilitando il trattamento ortodontico.

E’ possibile iniziare un percorso pre-ortodontico basato su trattamenti osteopatici anche in pazienti neonati o prima infanzia in cui la visita osteopatica si baserà sulla valutazione del sistema miofasciale, osteo-articolare e viscerale correlati al cranio, ATM, rachide cervicale, torace e che sono coinvolti nelle respirazione (fisiologica o orale), nella deglutizione (tipica ed atipica) e nell’ allattamento.

 

Il percorso terapeutico che effettuiamo nel nostro studio si pone l’obiettivo di prendere in cura i bambini quanto gli adulti per migliorare la loro qualità di vita ed evitare problemi articolari-posturali e odontoiatrici.

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Drssa Muzzarelli Francesca: odontoiatra-gnatologa

D.O Tobbi Filippo: osteopata